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giovedì 27 gennaio 2011

Il sangue nero del vampiro



Ecco la recensione di un libro che ho letto.







Il sangue nero del vampiro

Autore Valerie Stivers

Editore Newton Compton

9,90






Trama

Kate McAlliston, giovane studentessa, accetta di lavorare come stagista presso una prestigiosa rivista di moda, “Tasty”.

Dopo le prime angherie e umiliazioni da parte delle colleghe e della direttrice, quando finalmente Kate sta conquistando un piccolo spazio per sé, all'improvviso ha il terribile sospetto che l'intero staff sia composto da vampiri, incredula decide di indagare sul misterioso segreto che si nasconde tra le mura dell'uffico.

Tra strane abitudini e sotterfugi rivelatori scoprirà la verità: la direttrice è davvero a capo di un esercito di vampiri, ma non ha nessuna intenzione di lasciare trapelare la notizia.'

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Recensione

Insolito libro sui vampiri ambientato nel mondo della moda.

Secondo la teoria espressa dall'autrice non tutti sono adatti a diventare vampiri ma solo chi ha il gene dello stile, quindi i creativi della moda devono fare attenzione... oppure bisogna fare attenzione a loro?

La protagonista si ritrova a fare uno stage in una prestigiosa rivista di moda, dove le strane abitudini dei suoi colleghi e alcuni omicidi occorsi a ragazze che lavoravano per la rivista le fanno scattare un campanello d'allarme. Indagando scopre che, tranne alcune eccezioni, i lavoranti della rivista sono tutti vampiri, ma lei viene scoperta a sua volta quando capisce che l'artefice degli “omicidi della moda” lavora proprio all'interno della rivista e la sua vita è in pericolo.

Ad affiancarla nella sua caccia al vampiro alcuni vampiri e la madre diventata un vampiro anni prima, in quanto aveva il gene dello stile.

Romanzo leggero e divertente dal ritmo ben sostenuto, adatto per chi non vuole una lettura impegnativa e nello stesso tempo valutare una digressione sul mondo dei vampiri.

Certo il binomio moda-vampiri direi che è azzeccato!

venerdì 21 gennaio 2011

I seguaci del vampiro



Ecco la recensione di un libro che ho letto.











I seguaci del vampiro

Autore Wolfang Hohlbein

Editore Newton Compton

12,90





Trama

Un serial killer vampiro si aggira per le strade della città. Otto ragazzine di appena tredici anni sono state brutalmente assassinate e i loro corpi gettati nei bidoni della spazzatura. Tutti i delitti hanno un particolare in comune: le vittime sono morte dissanguate. Il caso è affidato alla giovane e appassionata detective Conny Feist. Proprio lei ha scoperto il primo cadavere, ma ora brancola nel buio. Almeno finché non arriva una misteriosa e-mail firmata da un certo Vlad, che dice di avere per lei preziose informazioni.

Il loro incontro avverrà in una discoteca gotica dove, avvolti in una fitta nebbia, uomini e donne vestiti di nero, dal volto cadaverico, si muovono al ritmo al ritmo di una musica cupa e martellante. Da questo momento inizia per Conny una caccia disperata al vampiro. In una lotta senza esclusione di colpi, tra morti dissanguati e cadaveri scomparsi misteriosamente dall'obitorio, lei stessa si scoprirà nella lista nera dell'assassino e il confine tra paura e terrore, tra realtà e delirio, tra vittima e carnefice, si rivelerà sempre più labile...

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Recensione

Urban-horror-poliziesco.

Un serial killer uccide ragazzine, ma non si limita a questo, le dissangua e questo gli vale il soprannome di “Vampiro”.

Le indagini sono affidate all'agente Conny che brancolando nel buio accetta di incontrare un informatore in una discoteca gotica e chi le si presenta è perfettamente in tema con l'ambiente. Non solo dice di volerla aiutare ma le mostra il “vampiro” che come le dice: “È a caccia. Si sta guardando intorno in cerca della prossima preda. Io lo sento. E lo senti anche tu.”

Con questa frase si segna l'inizio di una caccia all'assassino che muterà profondamente la vita di Conny.

In questa corsa contro il tempo lo strano informatore di Conny le passa notizie giuste e lei riesce a trovare il suo uomo e i suoi seguaci in un crescendo di suspense e colpi di scena.

Ma rimane sempre a un filo dall'arresto. Il capo la crede in qualche modo coinvolta, solo un suo collega le crede e cerca di aiutarla nella caccia al vampiro. Riuscendo a mettere i bastoni tra le ruote dell'assassino viene lei stessa presa di mira e aggredita e salvata dal suo informatore, che contro ogni logica è sempre più convinta che si tratti di un vampiro. Ciò che la stupisce di più è quello che sta accadendo a lei stessa: i suoi sensi si fanno più acuti, ha più forza e le sue ferite guariscono più velocemente, le sta succedendo qualcosa ma la sua parte razionale sembra ribellarsi all'evidenza che in qualche modo comprende essere la verità: si sta trasformando. Prima di accettare la cosa si crede pazza, ma dopo aver concluso con l'eliminazione del vampiro il caso, accetta felicemente la sua nuova vita e il suo incarico “proteggere gli uomini da quelli come noi” come le aveva detto il suo informatore-vampiro.

Il lascito del suo mentore consiste in: il suo bastone da passeggio che nascondeva una spada di acciaio, una casa e un taxi personale che l'avrebbe condotta nei luoghi in cui avrebbe cacciato i suoi simili per proteggere gli uomini.


L'esame delle emozioni della donna (non siamo in presenza della tipica ragazzina dalla forza straordinaria) e curato e ben esposto, esprimendo quelli che sarebbero i dubbi e le paure di chiunque si ritrovasse catapultato in un mondo che credeva esistere solo nei romanzi.


Lettura scorrevole e piacevole, lo consiglio.

sabato 15 gennaio 2011

L'acchiapparatti



Il mio fratellino mi ha regalato questa recensione.





L'acchiapparatti

Autore Francesco Barbi

Editore B.C.Dalai

18,50



Trama

Pochi a Tilos conoscono il nome di Ghescik.

Lui è soltanto il becchino, l'ometto gobbo e storpio che vive al cimitero, ai margini del paese. Pochissimi sanno che coltiva una passione insana per la feldspina e gli scritti antichi. Solo lo strambo acchiapparatti gli è amico.

Notte fonda. Al sicuro tra le mura della casa-torre diroccata, Zaccaria sta rimproverando uno dei suoi gatti quando qualcuno bussa alla porta. Il becchino si presenta con un libro rilegato in pelle scura, che sostiene di aver vinto grazie a una scommessa con lo speziale.

Risale a epoche in cui la magia non era stata ancora messa al bando e sembrerebbe contenere le memorie di un defunto negromante.

Ghescik non fa parola dello strano diadema rinvenuto in un sotterraneo della “torremaledetta”, ma ha un solo modo per scoprire se certi suoi sospetti sono fondati: far tradurre il libro a Zaccaria che , inspiegabilmente, ha sempre avuto grandi doti come decifratore delle lingue arcane...

inseguiti dagli sgherri dello speziale, becchino e acchiapparatti verranno catapultati nei meandri di una vicenda terribile che non coinvolgerà i soliti eroi, ma una compagine di personaggi inconsueti: un cacciatore di taglie sfigurato, una prostituta dalle molte risorse, un gigante che parla per proverbi sgrammaticati e una schiera di feroci tagliagole. Ma quale legame esiste tra il misterioso diadema e la terrificante creatura rinchiusa da secoli nelle segrete di Giloc?

Un viaggio rocambolesco, tra presagi e inganni, esecuzioni ed evasioni, attraverso atmosfere cupe e sanguinarie che rievocano gli aspetti più grotteschi dell'Alto Medioevo.

Una storia avvincente, tanto insolita quanto indimenticabile, in cui convivono suspense e orrore, tenerezza e ilarità.


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Recensione

Storia diversa, piuttosto inconsueta sia come protagonisti sia come vicenda.

La vicenda è peraltro piuttosto confusa e relativamente incomprensibile.

Un essere demoniaco, furioso e assassino, viene liberato dalla sua prigione grazie all'intervento magico di un avido imbroglione, protagonista che non riesce a ispirare il lettore.

Il mostro vaga per le terre massacrando chiunque incontra, mentre l'imbroglione pentito parte per cercare di bloccarlo, in compagnia di un demente che di mestiere fa l'acchiappa-ratti e di una prostituta ingorda di cibo.

La storia si sussegue tra intrighi e massacri fino alla scoperta finale sulla vera natura del mostro e dell'acchiappa-ratti.

Però lo svolgimento si rivela comunque lento e l'interesse del lettore cala rapidamente.

Personalmente, posso suggerirvi di risparmiare i soldi.

lunedì 10 gennaio 2011

Storie vere di Natale: La tregua di Natale (1914).

Una notizia che ho scoperto casualmente, collegata al Natale.
Pare che in occasione di questa festività, nel passato, si sia persino bloccato un conflitto, e pur nella tragica serie di eventi collaterali, fa egualmente piacere sentire queste piccole storie di umanità.

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La cosiddetta tregua di Natale ebbe inizio la vigilia di Natale del 1914, durante la prima guerra mondiale, quando i soldati tedeschi iniziarono a decorare la zona attorno alle loro trincee, nella regione di Ypres (Belgio), per il Natale. Cominciarono mettendo delle candele sugli alberi, quindi continuarono le celebrazioni cantando canzoni natalizie. I soldati britannici nelle trincee sull'altro lato del fronte risposero intonando canzoni natalizie in inglese.

I due schieramenti continuarono scambiandosi a voce degli auguri natalizi. Subito dopo ci furono inviti a incontrarsi nella "terra di nessuno", dove avvenne lo scambio di piccoli doni: whisky, sigari, cioccolata e simili. L'artiglieria nella regione restò muta quella notte. La tregua permise inoltre il recupero delle salme dei soldati caduti. Si svolsero delle vere e proprie cerimonie di sepoltura, nelle quali soldati di entrambe le parti piansero assieme i compagni morti. In un funerale nella "terra di nessuno", soldati tedeschi e britannici si riunirono assieme per leggere un passo del Salmo 23:
« Il Signore è il mio pastore, non mi fa mancare nulla. Su prati verdi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Il Signore mi dona nuova forza, mi consola, mi rinfranca. Su sentieri diritti mi guida, per amore del suo nome. Anche se andassi per una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me. »

La tregua si estese ad altre zone del fronte, ed esiste anche la storia di un incontro di calcio tra soldati scozzesi e sassoni, che terminò quando la palla andò ad urtare un tratto di filo spinato sgonfiandosi.

In molti settori la tregua durò per tutto il giorno di Natale, ma in alcune zone continuò fino a Capodanno. Alla tregua presero parte sia i soldati che i loro sottufficiali e ufficiali.Va notato che allo scoppio del conflitto la propaganda si adoperò molto per dipingere il nemico come privo di scrupoli o di morale, ed assicurava inoltre che la guerra sarebbe finita prima di Natale.[senza fonte] Durante la tregua i soldati scoprirono che nelle trincee nemiche si trovavano uomini esattamente come loro, e che anzi avevano molto più in comune con questi soldati, rintanati in trincee umide e pericolanti come le loro, che non con i loro più alti superiori.

I comandanti britannici John French e Horace Smith-Dorrien diedero ordine che una tale tregua non si ripetesse mai più. In tutti gli anni di guerra che seguirono, vennero ordinati bombardamenti di artiglieria alla vigilia di Natale per assicurarsi che non si verificassero più interruzioni nei combattimenti. Inoltre le truppe vennero fatte ruotare in diversi settori del fronte per impedire che familiarizzassero apertamente con il nemico. Nonostante queste misure ci furono ancora pochi incontri amichevoli tra i soldati dei due schieramenti, ma su una scala molto minore rispetto a quanto avvenne nel 1914.
Croce, posta vicino Ypres nel 1999 da parte dei "Khaki Chum", a ricordare il luogo in cui avvenne la tregua di Natale

Le reazioni da parte dei comandi generali di entrambi gli schieramenti furono molto dure e portarono a condanne a morte di molti soldati, accusati di alto tradimento. Durante la Pasqua del 1916 una tregua simile si verificò sul fronte orientale.

Nel 1999, i cosiddetti "Khaki Chums" (ufficialmente: l'Associazione per il Ricordo Militare) visitarono una parte delle Fiandre e ricrearono la tregua di Natale, vivendo come vissero i soldati britannici della prima guerra mondiale, privi delle comodità moderne.

Diversi libri sono stati scritti sulla tregua di Natale, tra cui Silent Night: The Story of the World War I Christmas Truce, di Stanley Weintraub, che riporta la cronaca degli eventi da testimonianze di prima mano, e La piccola pace nella Grande Guerra di Michael Jürgs che si propone di riportare alla luce l'evento con testimonianze e aggiungendovi considerazioni di carattere storico, sociale e politico al fine di trovare l'origine e il significato dell'episodio.

La tregua di Natale è stata spesso caratterizzata come l'ultimo sussulto del XIX secolo: fu l'ultimo momento in cui, in guerra, le due parti si sarebbero incontrate nel mutuo rispetto l'una dell'altra; salutandosi con gentilezza per mostrare che - nonostante il terribile evolversi degli eventi - essi erano ancora soldati onorevoli e rispettosi.


Fonte: wikipedia

domenica 9 gennaio 2011

Riverwatch, la bestia ancestrale



Ecco la recensione di un libro che ho letto.










Riverwatch, la bestia ancestrale

Autore Joseph Nassise

Edizioni Gargoyle Books

16,50






Trama

Improvvisamente risvegliato in un misterioso sepolcro nella tenuta dei Blake, Moloch dispiega le ali nel tenebroso velluto della notte. L'eternità ha liberato il terrore.

L'agiata e pacifica esistenza degli abitanti di Harrington Falls è sconvolta. Un attimo prima di morire, le vittime della bestia ancestrale, sopraffatte dall'orrore, ne possono vedere le fattezze ributtanti. I loro occhi conservano per l'aldilà la memoria dell'inferno. Poi, ci sono solamente brandelli di corpi stracciati e carne e sangue dappertutto. La bestia si è saziata.

Lo sceriffo Wilson è esperto in brutali assassinii consumati nelle squallide periferie di Chicago, ma uno scempio simile lo fa sentire inadeguato.

Moloch, acquattato nell'oscurità, fiuta, scruta, e dopo aver colpito, distorce il volto in un perfido ghigno di piacere.

Nessuno ne conosceva prima l'esistenza. Nessuno, tranne Gabriel. Ma ormai il vecchio è debole e sa che questa volta non potrà riuscire a fermarlo...


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Recensione

Durante un restauro in un'antica villa americana, viene scoperto un tunnel segreto sepolto, al cui interno c'è una statua mostruosa.

Da quel momento, misteriosi e brutali delitti sconvolgono la tranquilla cittadina in un crescendo di panico e orrore, delitti contro cui la polizia locale non può nulla, solo il vecchio Gabriel pare conoscere l'autore di simili atrocità, ma una notte lo stesso Gabriel viene ritrovato massacrato nel suo letto d'ospedale.

A quel punto, solo Sam (l'infermiere che lo curava), il suo amico Jake (il restauratore che ha scoperto il tunnel) e la loro amica Katelynn, aiutati dal capo della polizia Damon, sembrano sapere esattamente cosa hanno di fronte, e lottano per contrastare definitivamente il Male supremo, Moloch, la Bestia ancestrale.

La lotta è impari, le vittime non si contano, ma alla fine il bene pare trionfare sul male... in apparenza.


Storia avvincente con un buon ritmo narrativo, tiene avvinghiato il lettore fino all'ultimo, nel susseguirsi di colpi di scena, rendendo immediata l'immedesimazione con i personaggi e con il loro destino, in una lotta più grande di loro, per sconfiggere un demone talmente antico che utilizzava gli umani come cibo fin dalla loro stessa creazione.


Consiglio la lettura, specie se vi attraggono le storie misteriose e piuttosto raccapriccianti.

mercoledì 5 gennaio 2011

lunedì 3 gennaio 2011

I guardiani del giorno



Ecco la recensione di un libro che ho letto.












I guardiani del giorno

Autore: Sergej Luk'janenko

Edizioni Mondadori

16,00





Trama

Tra le Forze della Luce e quelle delle Tenebre per centinaia di anni, forse per millenni, si è combattuta una battaglia senza esclusione di colpi, senza né vinti né vincitori. Ora si è giunti a un Grande Patto, una tregua che i corpi speciali degli Altri lottano per far rispettare: i Guardiani della Notte vegliano sui loro avversari nel buio, mentre i segugi delle Tenebre sono costretti a sorvegliare gli adepti delle Luce. Tra i Guardiani del Giorno vi sono la giovane strega Alisa, che ha perso i suoi poteri, ma ha deciso di recuperarli nutrendosi degli incubi dei bambini di un campeggio; il mago Vitalij, che non ricorda più nulla, ma vede crescere il suo potere di giorno in giorno; Edgar, avvocato per le Forze delle Tenebre, costretto a giocare il tutto per tutto in un processo dove è in ballo non solo la sua vita, ma il destino dell'intero genere umano.

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Recensione

Seguito de “I guardiani della notte”, vi ritroviamo gli stessi personaggi del primo volume e la vicenda riprende i punti lasciati in sospeso nel primo episodio.

Il capo dei guardiani del giorno tenta di rifarsi degli smacchi subiti e con astuzia architetta la sua vendetta, non esitando a usare come pedine i suoi collaboratori, arrivando anche a sacrificarli.

Tutti i segnali di pericolo che scattano sembrano condurre a una sola possibile conclusione: l'Apocalisse, con la rinascita di un folle e potente mago del passato. Ma non sembra solo questo il risultato cercato. Gli attacchi sono diretti verso un particolare membro della guardia della notte e questa volta, a differenza del primo episodio, la guardia delle tenebre viene clamorosamente sconfitta, ma forse ottiene anche una vittoria: la profezia riguardante questa persona, la neo grande maga della guardia della notte, sembra essersi modificata: avrebbe dovuto dare vita al Messia della Luce, ma quello che sarebbe dovuto essere il padre si toglie la vita per amore di una strega delle Tenebre opportunamente sacrificata a tale scopo dal suo stesso capo. Gli equilibri tra le due forze si saranno ristabiliti? Il messia non è più destinato a nascere?

La donna avrà lo stesso una figlia, così è stato scritto, solo il padre sarà diverso.


I due capi anche qui usano i loro uomini come pedine operando sul filo del rasoio, col rischio che l'Inquisizione li punisca, e solo per un soffio non accade.

Anche questo volume scorre piacevolmente miscelando fantasy e giallo e non deludendo le aspettative di chi ha già letto il primo libro.