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venerdì 4 dicembre 2015

Risveglio

Notte!
Buio!
Freddo!
Dove sono?
Non riesco a ricordare nulla!
Non capisco dove sono e non ricordo nemmeno bene chi sono!
Non riesco a muovermi, solo gli occhi sono liberi di ruotare e scrutare tra le tenebre, per cercare di individuare dettagli, ma non esistono dettagli: solo il buio e il freddo!
Umido!
Il sentore di umidità è intenso, come se fossi immerso nell'acqua, ma non sono bagnato, solo umido.
Quell'odore che pervade l'aria è pieno di umidità e di marciume.
Sembra il classico odore di un terreno inzuppato dopo un acquazzone, quello che nella mia mente ho sempre associato ai cimiteri, avendo visto fin troppi funerali.
Come mai mi è venuto in mente questo ricordo?
Uno scricchiolio improvviso accanto a me!
Legno che sta per spezzarsi sotto un forte peso!
Come riesco a ricordarmi queste cose?
E come ho fatto a capire che si tratta di legno?
Con uno sforzo immenso riesco a voltare la testa, ma nulla appare: solo tenebra e vuoto!
Provo a muovermi nuovamente.
Lo sforzo richiesto è minore: riesco a fare qualche movimento, ma qualcosa mi blocca.
Le mani poggiano su qualcosa di liscio e freddo, metallo.
Un barlume di coscienza nella mia mente mi dice che sono chiuso dentro una cassa, l'aria è rarefatta, praticamente assente, ma non ci bado.
Alzo le mani con uno sforzo maggiore e sento i muscoli tendersi, il metallo si muove lacerandosi!
Lo squarcio riempie il silenzio con un boato immenso, mentre metallo e legno si spaccano sotto lo sforzo immane dei miei muscoli.
Ma come diavolo ho fatto?
Quando mai ho avuto una forza tale da sfondare legno e metallo a mani nude?
La fredda terra umida si riversa addosso a me come una valanga, ma non ci bado.
Mi sollevo a fatica!
Alzo le braccia, scavandomi un passaggio nella terra.
Non è faticoso: sembra che a ogni istante riesco a recuperare l'uso di muscoli che nemmeno ricordavo di possedere.
In pochi istanti sono fuori, la mano spinge l'ultima zolla e l'aria fredda della notte si riversa su di me.
Esco fuori e mi guardo attorno: lapidi e tombe, qualche lieve fiammella che si agita sotto la brezza, il rapido saettare di un pipistrello, il silenzio pesante di un cimitero di notte, rotto solo da latrati di cani in lontananza.
Mi alzo in piedi.
Improvvisamente una voce dietro di me!
"Ben ridestato!"
Mi volto: dove prima non c'era nulla compaiono luminosi due occhi femminili, seguiti da un corpo bellissimo.
Le sue labbra sogghignano con un lieve segno di malvagità.
Solleva una mano mostrandomi un gatto randagio terrorizzato, e la sua voce sussurra "Avrai sete!" mentre un artiglio lacera fulmineo il collo dell'animale.
Il sangue che zampilla mi da una strana sensazione, una fame improvvisa si accende dentro di me, mi getto sull'animale e ne bevo ogni goccia di sangue. Tutto. Fino all'ultima goccia!
Lei mi guarda ridendo!
"Bene, ora sei pronto! La notte è nostra! Ogni essere vivente qua attorno è pieno di sangue e vive esclusivamente per nutrirci! Andiamo!"
Si voltò e sparì veloce nel vento.
Mi guardai ancora una volta intorno, prima di rendermi conto che dovevo seguirla.
Il sapore del sangue mi inebriava!
Leccai le labbra per sentire ancora quell'aroma aspro e metallico e la mia lingua inciampò sui denti, denti che non erano più i miei: i canini in particolare sembravano lunghissimi!
Ero appena nato, e avevo fame!